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LO STRAPPO Un percorso di educazione alla cittadinanza per scuole e associazioni
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recensioni

TIZIANA P. 180° CASSIOPEA
Lunedì 04 Apr 2022
Molto significativa per me l'intervista a Margherita Asta, vittima della strage di Pizzolungo in cui la mafia voleva uccidere il giudice Carlo Palermo, ma morirono invece i suoi fratelli e la madre. Ripercorro spesso quella strada e rivedere certe immagini mi ha toccata profondamente. Bisognerebbe impegnarsi per tutte le vittime e per chi sopravvive dovendo imparare a vivere nel dolore e con conseguenze a livello psicologico, nonostante in alcuni casi siano trascorsi anni dagli avvenimenti. Un altro aspetto emerso è quello della complessità del lavoro dei professionisti della Magistratura, impegnati ad esercitarlo in un sistema articolato e pieno di responsabilità. Infine, è rilevante anche il parere del giornalista che spiega i meccanismi del sistema mediatico che spesso fa vedere solo una parte della verità, ponendo particolare attenzione alle conseguenze che quest'ultimo può ripercuotere sui familiari delle vittime e sulle altre persone coinvolte nei fatti.
TIZIANA P. 180° CASSIOPEA
Lunedì 04 Apr 2022
Questo documentario è senza alcun dubbio uno spunto per una profonda riflessione attraverso un'analisi di differenti punti di vista: quello della vittima, delle istituzioni, di chi commette il reato e del ruolo svolto dai media. Dalle interviste effettuate a chi ha effettivamente commesso un reato si evince quanto il reo sia convinto che dalle conseguenze delle sue azioni non esistano delle vittime vere e proprie. Non dare nessun valore alla vita altrui è un aspetto molto toccante che fa riflettere su come questo possa essere realmente possibile. Ma ciò che fa ben sperare è senza alcun dubbio il fatto che queste persone riescano comunque, durante il percorso detentivo, a rielaborare quanto commesso dando il giusto peso alle proprie azioni e iniziando a riconoscere il fatto che, dall'altra parte, c'è sempre una vittima. Tutto questo è sicuramente il frutto del sistema volto alla rieducazione del detenuto, portandolo ad una graduale presa di coscienza e consapevolezza con l'obiettivo di reinserirsi in società nel modo più giusto. Un'altro aspetto molto importante è quello delle interviste ai familiari delle vittime, che sono coloro che indirettamente subiscono uno dei torti maggiori. Il trauma psicologico che si può subire è da non sottovalutare visto che mai nessuno potrà riempire il vuoto che rimane dopo aver perso una persona cara.
A.A. Ginagò F. - 180’ Cassiopea.
Lunedì 04 Apr 2022
Dalla visione di questo filmato penso secondo il mio parere che è emerso un lato che spesso non viene considerato quello dei traumi appunto “strappi”che gli aggressori creano alle vittime. Questo aspetto mi fa riflettere molto poiché spesso questa parte del delitto o reato non viene considerata affatto , sopratutto dai media , e dai giornali , e soprattuto dal reo , che non considera per niente i traumi che possono scaturire nella vittima , per esempio eseguire un furto con strappo , o aver puntato un arma o aver procurato delle vittime ecc . Spesso da parte dei media si dà peso solo all’aggressore quasi facendolo diventare una star una persona importante , mentre della vittima non viene considerato il trauma che ne è potuto scaturire oppure l’invadenza nel fatto che non vuole essere ripresa e invece continuano a fare riprese. Penso che questo filmato dovrebbero vederlo tutte le persone che hanno commesso crimini , in modo tale che possano capire che danni scaturiscono alle persone e alla società facendo questi gesti . Anche i media e tutte le persone in generale dovrebbero guardarlo in modo tale da sensibilizzarsi su questo argomento che spesso non viene considerato.
Michele Negro 180 Cassiopea
Domenica 03 Apr 2022
Dopo aver visto il filmato, mi rendo conto che ci sono fattori interessanti.Questo documentario ci fa riflettere sulla realtà detentiva che è poco conosciuta. Un’ altro fattore è anche i compiti dei magistrati sono molto complessi e sono soggetti a pressioni . Ho notato che i familiari delle vittime sono soggetti a conseguenze morali e psicologici anche per un periodo a lungo termine. Sono un po’ dispiaciuto dal fatto che i detenuti non pensano la motivazione perché loro si trovano in istituto, nonostante i reati commessi e la pensa inflitta loro non sono pentiti.Io penso che questo documentario è molto interessante perché secondo me è importante far conoscere alle persone il contesto del mondo penitenziario.
A.A Rayssa 180* Cassiopea
Domenica 03 Apr 2022
Questo video fa capire quanto la rieducazione del detenuto sia fondamentale per un possibile cambiamento dello stesso per far si che quando ritornerà alla vita quotidiana al di fuori dell’istituto, abbia un punto di inizio per rincominciare la vita nella legalità. Questo video fa capire che la vittima non è solo colui/colei che subisce il reato ma anche tutte quelle persone che gli stanno intorno come la famiglia, parenti e amici, e su questo tassello va ad aggravare la lenta giustizia presente nel nostro paese. Tentare e lottare per cercare il cambiamento è necessario.
Pugliese Cassiopea
Domenica 03 Apr 2022
il documentario è molto ben girato e costruito abbastanza bene. Si possono notare subito la mentalità dei detenuti, per loro, all'esterno esistevano solo loro e non riuscivano a immedesimarsi in nessuna vittima, proprio perché per loro la vittima non esiste. Ci sono stati molti confronti tra le famiglie vittime e i detenuti che hanno compiuto questi orribili atti. Bisognerebbe che le persone, prima di agire si domandassero se quello che stanno facendo è una cosa giusta, ma purtroppo questa cosa non esisterà mai. È impossibile riuscire a perdonare una persona che ha appena ucciso una cara persona, non si può pensare che si risolva tutto chiedendo scusa a un familiare, è impossibile. Bisognerebbe lavorare molto su questa cosa, tutti siamo bravi a sbagliare e poi chiedere scusa come se l'atto crudele che si è fatto sia di poco conto, bisogna lavorare molto su questo aspetto.
A.A DI PAOLA A. 180° Cassiopea
Domenica 03 Apr 2022
Dopo aver visto questo documentario, sono rimasto colpito dalla freddezza dei Detenuti , pensare che per loro sia normalità e che non esistono vittime. I detenuti intervistati non hanno consapevolezza di ciò che hanno fatto, hanno pensato soltanto al proprio scopo fregandosene di tutto il resto. In questo filmato abbiamo visto i familiari delle vittime, non riesco nemmeno ad immaginare il dolore e il vuoto che si portano dentro .. sono rimasto stupito dal fatto che alcuni detenuti intervistati non danno peso a tutto questo, e non danno valore alla vita . Credo che il carcere sia un ottimo mezzo per la rieducazione dei Detenuti. Questo documentario mi ha fatto capire quant'è importante e fondamentale il ruolo del poliziotto penitenziario e di tutte le figure che lavoro all interno degli istituti.
A.A. D.F. Cassiopea
Domenica 03 Apr 2022
Dopo aver visto questo documentario sono rimasto molto colpito dal modo in cui i criminali parlavano del fatto e che finché non si sono trovati all interno del istituto penitenziario non capivano o conoscevano il valore delle vite tolte ,ciò ha portato ai familiari di queste vittime traumi che nonostante il tempo non hanno ancora superato.
Allievo agente Fazio 180° Cassiopea
Domenica 03 Apr 2022
Di questo documentario mi hanno colpito vari punti che mi hanno portato a molte riflessioni. Ho visto una percentuale di reati commessi da persone che essendo cresciuti in contesti familiari dove non si sono rispettate le regole a commettere reati come se fosse per loro una normalità. Molti soggetti nel commettere reato anche come una rapina non hanno la consapevolezza del danno psicologico che possono recare a chi subisce il reato. Un altro punto appreso da questo documentario è che la società si interessi di questi soggetti solo in determinate occasioni. Molte volte viene sottovalutato il lavoro che svolgono i magistrati, ma da questo documentario si può capire il duro lavoro svolto con molta professionalità da loro. Questo documentario mi ha colpito perché tratta svariati argomenti dando ottime spiegazioni a riguardo.
A. A. Marianna B. 180° Cassiopea
Domenica 03 Apr 2022
Il documentario dal titolo emblematico "Lo Strappo" paradigma del danno al tessuto della società verte sulla concezione di reato, di vittima e di pena analizzando mediante plurime prospettive. Dei molteplici temi trattati nel documentario quello che ha maggiormente attirato la mia attenzione inerisce al dualismo fra la pena con mero scopo punitivo e quella tesa alla rieducazione del reo. Per quanto concerne la prima, essa si rivela poco lungimirante allorché non fornisce al condannato gli strumenti appositi per poter "ricucire lo strappo" e di conseguenza ciò comporta la possibilità che, tornando in libertà il soggetto possa reiterare i medesimi reati, entrando così in un circolo vizioso e al contempo paradossale. In riferimento al secondo approccio, è importante notare come, sopratutto negli ultimi anni, ci si orienti verso pene che un ottemperanza all'art. 27 della Costituzione, hanno il fine di reinserire nella società il reo: un esempio è offerto dalla possibilità della "libertà vigilata" e dagli spunti di riflessione nati in seno al confronto con educatori, associazioni, altri detenuti e gli stessi agenti della Polizia Penitenziaria. Un altro punto affrontato è il ruolo della vittima e del colpevole nell'industria dell'informazione, laddove in talune occasione chi subisce il reato diventa vittima altresì dello sciacallaggio dei media che in lei vedono uno strumento di lucro. Stessa sorte tocca al colpevole che viene rappresentato dai giornalisti come "prototipo criminale
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