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LO STRAPPO Un percorso di educazione alla cittadinanza per scuole e associazioni
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recensioni

Morotti D. Nucleo ATENA 183°Verbania 1°Parte
Martedì 13 Feb 2024
"Lo scopo del processo non è quello di risarcire la vittima, bensì, esercitare la pretesa punitiva dello stato" una frase tanto breve quanto potente, tanto sottovalutata quanto vera. Sembra, sotto ogni aspetto, che il protagonista della storia non sia né la gravità del reato, né l'interrogativo per il quale quest'ultimo sia avvenuto, né addirittura la vittima ma proprio il fatto che esso abbia avuto modo di esistere e di conseguenza abbia accecato tutti con la sua forte luce di scalpore. Un vero e proprio duello tra le parti, duello che soventemente non trova giustizia per svariate variabili tra cui l'imparzialità, magari ingenua, data dalla scarsità di strumenti che sia in offesa o in difesa ha fatto capolino, secondo me, anche prima "dell'atto". Non esiste né il bene né il male ma solo persone che, senzientemente attraverso il raziocinio, compiono atti consci delle conseguenze ed evidentemente per arrivare a ciò sotto, spesso, un'accurata valutazione ritengono la via migliore per sopravvivere.
"Il reato è lo specchio di un qualche disagio della società", afferma il parente di una vittima, tutto ciò che ho sopra citato è riassunto in questa semplice frase.
Tommaso Semonella 183° corso Nucleo Efesto Verbania
Lunedì 12 Feb 2024
Tante persone hanno sacrificato la loro vita per combattere e per vincere questo mostro dai mille tentacoli che nella vita di ogni giorno uccide e spaventa persone innocenti. La vita di chi combatte contro questo mostro è molto difficile perché sacrifica le proprie energie, le proprie idee e alcune volte anche la propria vita a favore del benessere della collettività. La morte di un familiare a causa di un omicidio rappresenta un evento traumatico in grado di provocare difficoltà e gravità con elevato disturbo psicologico sulla persona. Inoltre il termine vittima rischia di mettere in luce la sola condizione dei familiari come soggetti sofferenti, oscurando la capacità che contraddistingue alcune persone di continuare a vivere “salvandosi” dalle ricadute devastanti di un evento drammatico come la perdita di una persona cara per omicidio. Ritengo che la responsabilità di chi opera in territori fortemente attraversati dalla presenza della criminalità influisce sulla vita delle persone imponendo attraverso anche l’uso della violenza. Documentario significativo e riflessivo.
A.A Umberto Pennacchio 183° corso Nucleo Atena Verbania
Giovedì 08 Feb 2024
IL documentario affronta varie questioni sociali raccontate dal punto di vista dei detenuti e sia dei familiari delle vittime, ho notato che la parola che più spesso veniva pronunciata fosse la "Vittima" ma dal documentario ho capito che la vittima non è solo colui che subisce il reato la vera vittima è l'intera società che verrà colpita da queste determinate azioni e le conseguenze se le porterà anche nel tempo in avanti.
Dal punto di vista dei detenuti si può notare che quando loro compivano quelle azioni non se ne rendevano conto delle conseguenze ma se ne rendevano conto solo molto dopo essersi confrontati con gli altri detenuti, invece da parte dei familiari si nota che tra tutte le testimonianze la parola unica fosse solo e soltanto "giustizia" per i loro cari e per la società.
A.A. Alessia Petulla' Nucleo Efesto 183° Verbania (3^ PARTE)
Lunedì 05 Feb 2024
Ruolo fondamentale nelle storie di crimini, vittime e criminali, è giocato da un agente esterno, ma dal grande impatto, quale i Mass Media, la famosa bomba mediatica, la strumentalizzazione di un dramma. I detentori di questo potere spesso “ignorano” l’importanza delle loro parole, anzi sono abili manipolatori di queste. La ricerca disperata dello scoop, li porta spesso ad entrare in maniera prepotente nella vita di coloro che subiscono un crimine, senza portare il dovuto rispetto ad una persona che ha appena subito una violenza. La strumentalizzazione di questi fatti cronaca, spesso porta il confine tra vittima e criminale ad essere quasi impercettibile, come se le due figure quasi si assomigliassero e chi sta dall’altra parte non capisce la differenza tra i due, come se per i mass media non esistesse un buono e un cattivo, ma solo una notizia.
A.A. Alessia Petulla' Nucleo Efesto 183° Verbania (2^ PARTE)
Lunedì 05 Feb 2024
Errore comune è pensare che la soluzione a questo trauma sia il risarcimento, in termini di denaro, mentre le vittime chiedono giustizia o la possibilità di capire il perché di quell’azione. Altro punto fondamentale trattato, è il NON rendersi conto da parte dei "criminali" dell'atto che stanno per compiere o che hanno appena compiuto, come se fossero ignari di quello che sta per succedere o è appena successo. Molto spesso, si rendono conto di aver commesso un reato, solo dopo essersi confrontati con altri detenuti nelle carceri. Da brividi sono le testimonianze di alcuni di loro che non sono in grado di comprendere la gravità dell'atto che hanno commesso, a causa della scarsità di quei valori che sono alla base della società civile, per loro vale solamente la legge del più forte, il loro agire è legato solo ad uno spirito di sopravvivenza.
A.A. Alessia Petulla' Nucleo Efesto 183° Verbania (1^ PARTE)
Lunedì 05 Feb 2024
Ho trovato il video molto interessante, i punti trattati, molto spesso vengono dati per scontati, ma in realtà meriterebbero di essere trattati con molta più attenzione. Sono rimasta colpita principalmente dalla parola "Vittima". Spesso, si pensa che la vittima, è solo la persona che subisce il reato in quel momento, ma così non è. Ascoltando le testimonianze dei familiari delle vittime e delle figure professionali (pm,giudici), viene fuori che il reato non colpisce solo chi subisce l'atto, ma colpisce tutto ciò che lo circonda, e soprattutto non si esaurisce in quel dato momento ma si protrae nel tempo. Ne deriva che il trauma subito non può essere circoscritto ad una sola persona e non ha una durata ben definita.
A.A Tropea Giuseppe Maria 183° Corso Verbania Nucleo Apollo
Lunedì 05 Feb 2024
Il criminale quando commette un reato non pensa né a sé stesso né alla vittima e a tutte le altre circostanze, in quel preciso momento non si rende conto di quello che sta commettendo e del danno che sta procurando; allo stesso tempo subiscono dolore anche i suoi cari non solamente quelli della vittima. Quando sono in carcere alcuni riescono a capire ed elaborare con il tempo ciò che hanno commesso e iniziano a dare valore alla vita; anche se il percorso è molto difficile perché la maggior parte dà la colpa delle proprie azioni al proprio vissuto e alla famiglia dove è cresciuto. Invece per il discorso mafioso; la mafia uccide chiunque senza guardare in faccia nessuno, come vediamo nel filmato rimangono vittime innocenti la madre e i fratelli della signora intervistata. Quindi oltre ad aver tolto la vita a loro e come se l’avessero tolta anche alla signora privandola dei suoi cari e procurandogli seri danni psicologici, come Carlo Palermo che non è morto durante l’attentato ma ha dovuto abbandonare la sua vita quotidiana.
A.A Valentino Dema Nucleo Efesto 183º Corso-Verbania (parte 2)
Domenica 04 Feb 2024
Spero che con la carriera lavorativa che sto intraprendendo, aiuterò nel mio piccolo queste persone a capire gli errori che hanno commesso in modo da aiutarli a migliorarsi con la speranza di ritornare a condurre una nuova vita, normale, al di fuori delle mura di un carcere. lo scopo di questo lavoro è proprio questo, quello di rieducare queste persone, anche se purtroppo questo scopo non viene sempre raggiunto, perché molto spesso i detenuti non si sentono sempre compresi e consenzienti rispetto alle decisioni prese da un magistrato. Tutto questo non è quindi facile da attuare ma è allo stesso tempo possibile.
A.A Valentino Dema Nucleo Efesto 183º Corso - Verbania (Parte1)
Domenica 04 Feb 2024
Ho trovato questo documentario molto interessante, poiché il suo fine è quello di mettere in evidenza le molteplici sfaccettature di una realtà che spesso viene sottovalutata e di cui non se ne ha piena conoscenza. Credo che solo chi realmente ha vissuto in prima persona queste vicende, cioè la vittima, può realmente capire cosa significhi ma non solo, perché Oltre alle vittime stesse, automaticamente credo nei diventino vittime anche i propri familiari in questo contesto di tragedia. Questi individui subiscono sostanzialmente una distruzione del proprio stato d’animo, da cui probabilmente non usciranno mai fuori e ne resteranno vittime per tutto il corso della loro vita . Vivranno, aspettando di ricevere giustizia per il loro trascorso, ma si sa che ciò non verrà mai fatto ed anche se fosse non ripagherà mai tutto il dolore che hanno subito e che si portano dentro, sapendo solo loro stessi cosa sta significare. La cosa che ritengo sia Più brutta, è che i soggetti che commettono questi errori, parliamo quindi dei detenuti, che portano sulla loro coscienza tante vittime, non acquisiranno mai la consapevolezza di aver sbagliato, giustificandosi che l’azione svolta sia una conseguenza del trascorso della loro vita, dovuta a situazioni familiari difficili e pertanto non danno valore alla vita delle altre persone ed è giusto che paghino per questo.
A.A. Lepore A. Nucleo Efesto 183° Corso
Lunedì 29 Gen 2024
Cosa succede alla psiche umana quando si commette un reato? Cosa sei quando sei un Criminale? Il disvalore del criminale stesso che si trasmette alla mancanza di empatia e valori verso la vittima. Lo spirito di sopravvivenza, la necessità, "la vittima non esiste" dichiara uno dei detenuti, lo stesso che afferma in modo non troppo velato"è il carcere che ti fa rendere conto". L'esistenza di questa figura riaffiora, quando ti viene presentato il conto di ciò che hai commesso, fin da quel momento, anche le altre figure del documentario, ci fanno intuire il non rendersi conto dei reati commessi. "Che ho fatto?""Non sono un terrorista" sono solo alcune delle dichiarazioni dei condannati durante i processi, il non rendersi conto dei danni creati alle "vittime" da loro non riconosciute. Le vittime di questi traumi non rivendicano un risarcimento dei danni, ma la ricerca di un colpevole, la conoscenza della verità. Critiche mosse anche a chi racconta di fatti criminosi, la "vittima" è parte secondaria della cronaca, sono importanti solo quando viene commesso il fatto, poi tutta l'attenzione è spostata sul colpevole perchè parlare del cattivo fa audience, interessa all'opinione pubblica, è la vittima va in dimenticatoio.
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