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recensioni
Idrontino_Amsterdam Parte 1
Sabato 15 Apr 2023
Questo documentario è stato molto interessante e pieno di scoperte. Si è aperto con le interviste ai familiari delle vittime, raccontando per filo e per segno le giornate delle stragi. Si percepiva ancora, a distanza di anni, la non accettazione di quanto successo, la mancanza delle vittime e il chiedersi del perché fosse capitato proprio a loro. Non hanno bisogno di essere risarciti economicamente ma trovare delle risposte. Hanno intervistato anche alcuni criminali e ho potuto notare che c’è una distinzione tra loro stessi, in quanto da una parte c’è chi ha confidato che le vittime esistono e di averne fatte di più durante il corso della vita senza commettere reati, come ad esempio il figlio, rispetto a quelle dei reati stessi; dall’altra c’è chi ammette che per il criminale le vittime non esistono, avendo delle priorità senza mettersi nei panni nemmeno delle regole della società perché invalidanti ma pensando solo a se stessi. In seguito, sono state toccanti le parole del Magistrato di Sorveglianza, del giornalista e del Pubblico Ministero, in quanto condividono di essere i peggio visti, perché ad esempio lasciano a piede libero gli assassini, utilizzando delle bombe responsabili come la parola “assolto” e vengono di conseguenza giudicati per chi continua a commettere reati in semilibertà, senza comprendere la vera importanza dell’adozione delle misure di sicurezza alternative alla detenzione.
CIGNANI - NUC. AMSTERDAM
Sabato 15 Apr 2023
La visione di questo documentario personalmente l'ho trovata molto interessante, in quanto mette in evidenza tutte le sfaccettatura dei diversi personaggi nel contesto ''tragedia''. Una frase significativa che mi ha colpita molto, espressa da familiare di una vittima è stata: ''Questa per me è una lacerazione insopportabile, quasi una sorta di senso di colpa che mi porta a pensare, avrei potuto proteggerti un po' di più''. Da questa frase si evince la disperazione e il profondo dolore che si porta la vittima per tutta la vita. Sono varie le figure che partecipano alla narrazione ponendo ognuno il proprio punto di vista: troviamo il magistrato della sorveglianza, l'avvocato, il pubblico ministero, il giudice e il giornalista che da un ampio pensiero sui mass media, che spesso non sono professionali nel loro lavoro, per il modo in cui divulgano le notizie anche in modo errato.
Si mette in evidenza anche la figura del reo, la quale spesso non ha la piena consapevolezza della gravità del danno riportato, ecco perché è fondamentale un ambiente sicuro all'interno del luogo di detenzione, in cui necessariamente si cerca di trovare un progetto di trattamento rieducativo, il più consono ad ognuno di loro essendo specificamente ''individualizzato''(ART. 27)Queste tipo di informazioni e questo modo di trattare un argomento così delicato, lo trovo molto importante, soprattutto se fosse visualizzato dai giovani in modo da fargli comprendere certe situazione, che molto spesso si ignorano.
Si mette in evidenza anche la figura del reo, la quale spesso non ha la piena consapevolezza della gravità del danno riportato, ecco perché è fondamentale un ambiente sicuro all'interno del luogo di detenzione, in cui necessariamente si cerca di trovare un progetto di trattamento rieducativo, il più consono ad ognuno di loro essendo specificamente ''individualizzato''(ART. 27)Queste tipo di informazioni e questo modo di trattare un argomento così delicato, lo trovo molto importante, soprattutto se fosse visualizzato dai giovani in modo da fargli comprendere certe situazione, che molto spesso si ignorano.
BARBARO parte 2
Sabato 15 Apr 2023
Personalmente durante il periodo di tirocinio mentre interagivo con un detenuto, manifestava il proprio disappunto riguardo l'operato del magistrato dichiarando di non essere tutelato e di sentirsi abbandonato.
BARBARO parte 1
Sabato 15 Apr 2023
Questo documentario è stato molto interessante in quanto presenta moltissime sfaccettature di una realtà che delle volte non siamo a conoscenza, come lo stato d' animo dei parenti delle vittime, che non aspettano di ricevere un risarcimento ma bensì avere giustizia ed avere quelle risposte che ad oggi non hanno mai avuto. Non di minore importanza sono gli accorgimenti fatti da parte del giornalista, dove fa riferimento che il giornale non parla mai dello stato d'animo delle vittime, ma è sempre alla ricerca della notizia che possa fare scalpore come il fatto avvenuto e l' esito della causa. Un aspetto importante emerso dall'interviste ritrae il pensiero dei detenuti riguardo al reato commesso dove loro affermano che non avevano rispetto della propria vita dovuta alle situazioni familiari vissute durante l' infanzia, e di conseguenza non davano valore alla vita degli altri. Un altro aspetto che non si è a conoscenza ma resi presenti dal magistrato di sorveglianza durante l'intervista precisa la situazione in cui si trovano lavorativamente nel gestire un alto numero di detenuti con poco personale, precisando che a causa della situazione in cui ci si trova lavorativamente delle volte il detenuto nemmeno si conosce, e questo va in contrasto come sorge in un altra intervista fatta ai detenuti dove precisano il fatto di essere abbandonati e di non essere seguiti come dovrebbero per poter essere reinseriti nella società una volta terminata la pena.
AFIERO_AMSTERDAM
Sabato 15 Apr 2023
Questo documentario è stato molto interessante poiché mette in evidenza i vari punti di vista di coloro che compiono il reato.
Si può notare dalle parole dei detenuti che spesso c'è la tendenza ad escludere una propria responsabilità ma cercare una responsabilità altrove e questo porta a non accettare quello che si commette e quindi definire se stesso come vittima quando invece le vittime sono tutte le persone coinvolte.
Il documentario che ho avuto il piacere di guardare mi ha fatto riflettere su numerosi aspetti dell'ambiente penitenziario, ho trovato interessante le interviste fatte ai familiari di persone decedute per causa della criminalità, ma anche gli interventi dei detenuti che fanno capire che ognuno di loro vede il mondo con occhi diversi e danno valore alla loro vita in modi diversi.
Queste sono persone da capire e aiutare poichè sono perosne che nel bene o nel male hanno commesso degli errori, e giusto che ne paghino le conseguenze ma è da apprezzare anche chi capisce il proprio errore e cerca di tutto per migliorarsi e ritornare ad una vita normale che gli attende al di fuori di quelle mura, grazie anche allo splendido lavoro e alle opportunita che offre la polizia penitenziaria.
Infatti pendo che alla base del trattamento ci debba essere il riconoscimento del proprio errore... perchè? Bhe è semplice non si puo curare un male se non si conosce la causa, non si puo migliorare se non sai chi sei.
Si può notare dalle parole dei detenuti che spesso c'è la tendenza ad escludere una propria responsabilità ma cercare una responsabilità altrove e questo porta a non accettare quello che si commette e quindi definire se stesso come vittima quando invece le vittime sono tutte le persone coinvolte.
Il documentario che ho avuto il piacere di guardare mi ha fatto riflettere su numerosi aspetti dell'ambiente penitenziario, ho trovato interessante le interviste fatte ai familiari di persone decedute per causa della criminalità, ma anche gli interventi dei detenuti che fanno capire che ognuno di loro vede il mondo con occhi diversi e danno valore alla loro vita in modi diversi.
Queste sono persone da capire e aiutare poichè sono perosne che nel bene o nel male hanno commesso degli errori, e giusto che ne paghino le conseguenze ma è da apprezzare anche chi capisce il proprio errore e cerca di tutto per migliorarsi e ritornare ad una vita normale che gli attende al di fuori di quelle mura, grazie anche allo splendido lavoro e alle opportunita che offre la polizia penitenziaria.
Infatti pendo che alla base del trattamento ci debba essere il riconoscimento del proprio errore... perchè? Bhe è semplice non si puo curare un male se non si conosce la causa, non si puo migliorare se non sai chi sei.
D'ANNA Luana E.
Sabato 15 Apr 2023
Trovo questo documentario interessante, vi è una visone complessiva di chi amministra la giustizia, delle vittime della mafia e dei criminali facendo emergere i pensieri, punti di vista e opinioni di ciascuno.
Credo che la mafia utilizzi le persone per molteplici fini, che le vittime di questi siano soprattutto i familiari ;affiora in loro il terrore ,la paura con cui vivono la quotidianità e che li porta poi a rivolgersi alle autorità per avere una "protezione". Immagino che non sia affatto semplice convivere quotidianamente con tutto questo ,includendo la pressione subìta dai media. D'altra parte stanno i criminali, privi di obiettivi, valori, coscienza, che compiono azioni ritenute da loro stesse come "normalità". Penso che in carcere ci sia molta gente che non vuole cambiare proprio perchè ha da sempre vissuto determinate situazioni ,già partendo dall'ambito familiare, nonostante vengano forniti a loro stessi gli strumenti, le opportunità per cambiare ed essere reinseriti in società per poter poi essere indipendenti. Sicuramente parliamo di situazioni difficili ,ed è difficile sottrarli completamente da quel contesto e da quella linea di pensiero. Credo anche in altri casi in cui vi è proprio una rivisitazione delle responsabilità ,una rivalutazione dei crimini commessi per cui poi il soggetto intraprenda una strada sulla base della lealtà e correttezza grazie anche agli strumenti forniti per la rieducazione.
Credo che la mafia utilizzi le persone per molteplici fini, che le vittime di questi siano soprattutto i familiari ;affiora in loro il terrore ,la paura con cui vivono la quotidianità e che li porta poi a rivolgersi alle autorità per avere una "protezione". Immagino che non sia affatto semplice convivere quotidianamente con tutto questo ,includendo la pressione subìta dai media. D'altra parte stanno i criminali, privi di obiettivi, valori, coscienza, che compiono azioni ritenute da loro stesse come "normalità". Penso che in carcere ci sia molta gente che non vuole cambiare proprio perchè ha da sempre vissuto determinate situazioni ,già partendo dall'ambito familiare, nonostante vengano forniti a loro stessi gli strumenti, le opportunità per cambiare ed essere reinseriti in società per poter poi essere indipendenti. Sicuramente parliamo di situazioni difficili ,ed è difficile sottrarli completamente da quel contesto e da quella linea di pensiero. Credo anche in altri casi in cui vi è proprio una rivisitazione delle responsabilità ,una rivalutazione dei crimini commessi per cui poi il soggetto intraprenda una strada sulla base della lealtà e correttezza grazie anche agli strumenti forniti per la rieducazione.
Carmine Sposato-Amsterdam parte 2
Sabato 15 Apr 2023
Dietro ogni persona c’è un passato e spesso questo risulta essere la chiave per capire quale possa essere il percorso più adatto affinché il detenuto possa diventare consapevole di ciò che ha commesso e delle conseguenze che le sue azioni comportano, col fine di poter essere reinserito nella società. Questa fase di rieducazione però, non sempre avviene, in quanto alcuni detenuti non si sentono compresi, conosciuti e tutelati dalle autorità chiamate a giudicarli.
Carmine Sposato-Amsterdam parte 1
Sabato 15 Apr 2023
Questo documentario è molto interessante in quanto analizza le varie figure coinvolte in un reato. Le esperienze riportate dalle vittime dei reati, trasudano un carico emotivo sconcertante che conduce, inevitabilmente, a un senso di rabbia, per quello che hanno subito, per la poca importanza che hanno all’interno del procedimento penale e per il poco rispetto dei media, che hanno il solo scopo di spettacolarizzare i fatti accaduti ponendo particolare attenzione verso il reo e trascurando, così facendo, la vittima. La Magistratura, in tutto ciò, esprime una condizione di rassegnazione di fronte a un sistema che non da gli strumenti per operare in modo appropriato e con tempi di attesa ridotti. Poi c’è il reo, colui che con le proprie azioni ha provocato le “vittime del reato”. Mi ha fatto riflettere molto la dichiarazione di un detenuto, il quale afferma che il soggetto criminale spesso non da valore alla propria vita e ne consegue che non attribuisca alcun valore alla vita altrui. E’ solo durante la carcerazione che il colpevole, grazie ad incontri e confronti con le diverse figure professionali, inizia a prendere coscienza delle proprie azioni e ad assumersi le proprie responsabilità. Da qui si evince l’importanza della rieducazione. Così come un palazzo non può evitare di crollare senza fondamenta solide, allo stesso modo il percorso rieducativo dei detenuti deve partire da ciò che hanno dentro.
Monterosso Amsterdam
Sabato 15 Apr 2023
Un documentario molto interessante. Mi ha colpito principalmente che si pensa di come la vittima molto spesso passa in secondo piano e si dia precedenza al reato in se. Non si pensa mai al trauma che la vittima subisce, come per esempio la signora che era stata segregata 3 mesi, e dopo essere stata liberata non riusciva nemmeno a relazionare con il giudice o avvocato.
Oltre alla vittima chi subisce un impatto psicologico importante sono i familiari, amici o comunque chi sta vicino alla vittima, come per esempio nel attentato fatto al giudice Palermo, dove sono morti dall'esplosione causata tantissime persone innocenti.
e vedendo le interviste fatte ai familiari , il trauma ha segnato la loro vita.
Io penso che si dovrebbe dare più aiuto alle vittime o a chi gli sta attorno, non solo dal punto di vista economico ( anche se penso che ricevere come risarcimento dei soldi non possa ma ricompensare la scomparsa di una persona ) ma soprattutto dal punto di vista psicologico, perché purtroppo non ci mettiamo mai nei panni della vittima.
Il criminale continuerà sempre a delinquere, fino a quando, prima di commettere il fatto, non si metterà nei pani della persona che vuole ledere, e forse a quel punto si fermerà e non lo commetterà , ma personalmente penso sia impossibile.
Oltre alla vittima chi subisce un impatto psicologico importante sono i familiari, amici o comunque chi sta vicino alla vittima, come per esempio nel attentato fatto al giudice Palermo, dove sono morti dall'esplosione causata tantissime persone innocenti.
e vedendo le interviste fatte ai familiari , il trauma ha segnato la loro vita.
Io penso che si dovrebbe dare più aiuto alle vittime o a chi gli sta attorno, non solo dal punto di vista economico ( anche se penso che ricevere come risarcimento dei soldi non possa ma ricompensare la scomparsa di una persona ) ma soprattutto dal punto di vista psicologico, perché purtroppo non ci mettiamo mai nei panni della vittima.
Il criminale continuerà sempre a delinquere, fino a quando, prima di commettere il fatto, non si metterà nei pani della persona che vuole ledere, e forse a quel punto si fermerà e non lo commetterà , ma personalmente penso sia impossibile.
Spagnuolo paolo amsterdam
Sabato 15 Apr 2023
In questo documentario ho notato il vero problema della gestione e divulgazione delle informazioni da parte dei giornalisti. Un'altra problematica riguarda la scarsa rieducazione in alcuni istituti, i detenuti si sentono poco guidati al reinserimento nella società e non riescono a dare un senso alla loro detenzione, anche se sanno di essere colpevoli di determinati reati commessi. Come sottolineano alcuni detenuti, il vero problema proviene si da piccoli, dove non c'è una giusta educazione da parte della famiglia e dalle istituzioni. Mi ha colpito uno dei detenuti dove esprime il suo pensiero, dicendo che "le vittime sono anche i loro stessi figli e familiari" che devono subire la mancanza di un padre o di un marito, per le scelte sbagliate prese da loro stessi. Le vittime che subiscono anche una semplice rapina, non sempre riescono a superare facilmente l'accaduto, e può creare a loro un problema anche permanente nel tempo. Sono rimasto anche colpito delle parole del giudice e del magistrato, dove mi hanno fatto capire il compito importante che hanno loro e che non è facile prendere alcune decisioni avendo in mano il destino di ogni persona che ha commesso un reato.