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LO STRAPPO Un percorso di educazione alla cittadinanza per scuole e associazioni
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230
recensioni

Tararà Lisbona
Mercoledì 12 Apr 2023
Personalmente ritengo il documentario molto utile ai fini dell'informazione riguardo dei temi che spesso vengono trascurati. Uno di questi infatti riguarda i giornali, i quali non raccontano mai la storia dei parenti delle vittime dei reati ma si concentrano solamente ad analizzare le cause che hanno portato il reo alla commissione del reato, richiamando il pensiero alla giustizia riparativa. Ci sono stati poi diversi interventi da parte dei detenuti. Un detenuto afferma, ad esempio, che molto spesso un criminale non dando valore alla sua vita, ne consegue che non dà valore nemmeno alla vita altrui. Da questo documentario è chiaro quanto il contesto familiare e sociale sia determinante nella formazione della personalità di una persona. Un detenuto infatti, ha affermato il bisogno di crescere in fretta per difendersi dal padre violento ed è un chiaro esempio che i comportamenti violenti vengono appresi nel gruppo sociale di cui si fa parte. Io penso che per iniziare un percorso rieducativo debba esserci alla base la comprensione dell'errore che è stato commesso e la volontà nel voler cambiare vita reinserendosi nella società. Il compito che ha lo Stato nei confronti dei condannati è quindi applicabile in un sistema fatto da figure professionali altamente competenti. Nel tirocinio che ho fatto ho notato che i detenuti impegnati nel lavoro, come quelli nel documentario, credono molto in questo metodo di rieducazione, che deve essere sicuramente valorizzato e incentivato sempre.
LA PORTA Lisbona
Mercoledì 12 Apr 2023
Dopo aver preso visione di questo filmato posso dedurre che è molto interessante perché ci mostra il pensiero dei familiari delle vittime, del reo, dei media e della magistratura. Il reo, come si evince dal video, non si immedesima nei confronti del prossimo, e non conoscendo regole di vita, non ha nessuna consapevolezza di ciò che compie; mentre in realtà dietro alla commissione di un reato ci sono famiglie e persone distrutte psicologicamente per la morte di una persona cara. Dunque chi commette un reato non si rende conto delle conseguenze, né personali né di quelle che si provocano alla parte offesa; invece questo video mette in evidenza e illustra tutto ciò che gira intorno ad un reato, chi lo commette, chi lo subisce e tutto ciò che ne deriva. Per l’autore del reato, come sappiamo e come scritto nell’art.27 comma 3 della Costituzione, viene applicato un programma trattamentale all’interno degli istituti di pena che deve tendere alla rieducazione ed al reinserimento sociale. Così non è per la parte offesa che spesso viene dimenticata e lasciata ai margini perché tutto viene incentrato e focalizzato sul reo, invece sarebbe giusto e opportuno dare spazio e valore alla parte offesa, anche attraverso i media che spesso non fanno efficacemente il loro lavoro facendo vedere solo una parte di verità nascondendone un'altra.
PAPALIA
Martedì 11 Apr 2023
Un documentario molto interessante dove si mette a nudo la verità dei fatti. Ci descrive la vicenda da entrambe le facce della medaglia. Mi piace la parte dove fa riflettere sul fatto che anche chi commette un reato alla fine non è altro che un essere umano, che ha bisogno di essere seguito e rieducato, per evitare che continui a delinquere. Purtroppo non sempre funziona così, ma anche per mancanza di sicurezze esterne, e quindi automaticamente si torna a fare l'unica cosa di cui si è competente. Da non sottovalutare le parole del detenuto, dove descrive la sua infanzia evidenziando la necessità di crescere in fretta per difendersi da un padre violento, la maggior parte di queste persone è cresciuta in una situazione familiare difficile o completamente assente. Con questo non voglio schierarmi dalla parte di chi commette un reato, ma penso che si possa fare qualcosa per prevenire molti di questi reati, magari dando maggiori possibilità a chi non può averne, o per lo meno cercare in un secondo momento di salvare il salvabile. Un esempio che ho vissuto durante il periodo di tirocinio è quello di aziende all'interno degli istituti dove davano la possibilità di apprendere un lavoro per poterlo perseguire all'esterno. Sono queste le cose di cui abbiamo bisogno per migliorare l'attuale situazione, in fin dei conti abbiamo bisogno tutti di una seconda possibilità.
Vincenzo Basilicata Amsterdam
Martedì 11 Apr 2023
La mia opinione, dopo la visione di questo filmato, riguarda la scarsa attenzione che i giornalisti e le tv locali riservono ai parenti o ai familiari delle vittime di un reato, attenzionando soltanto gli autori che l'hanno perpetrato cercando di psicanalizzarlo e di capire i motivi di tale gesto .Ma i veri soggetti che dovrebbero essere attenzionati sono i familiari delle vittime che molto spesso hanno dei risvolti negativi di natura psicologica che incidono sul normale proseguo della loro vita quotidiana, commettendo a volte atti estremi.
Soraya Rammacca nucleo Amsterdam
Martedì 11 Apr 2023
Dalla visione di questo filmato si evince il bisogno di seguire il detenuto non solo durante fasi critiche o eventi che possano turbare la loro psiche o il loro stato d'animo, ma la necessità di attenzionarli sin dal loro ingresso in istituto verificando sin da subito il loro impatto con lo stesso con la popolazione detenuta. Strumento principale per attenzionarli e per scongiurare ipotetici crolli fisici e psichici è l'individualizzazione del giusto trattamento da riservagli, il quale, come ben sappiamo, deve essere individualizzato e quindi specifico al singolo soggetto, come ho potuto constatare durante il mio tirocinio in cui ho osservato durante la riunione dello staff multidisciplinare che era posta la questione di un detenuto straniero che il detenuto per gravi motivi familiari e data la sua religione non riusciva ad avere una civile convivenza con gli altri detenuti in cella con un alto rischio di commettere atti lesivi ed estremi e dunque lo staff aveva pensato di collocarlo in una cella con un detenuto "di loro fiducia" che lo piantonasse e lo aiutasse a parlare e a sfogarsi circa il suo stato.
Ulteriore tesi che emerge da tale filmato è la poca attenzione che i mass-media riservono ai familiari delle vittime, i quali molto spesso soffrono di disturbi post-traumatici, ma fossilizzandosi solo ed esclusivamente sugli autori del reato.
Benedetto Lisbona
Martedì 11 Apr 2023
Peso che questo documentario sia molto interessante, personalmente mi ha fatto capire quante vittime possono esserci dietro ad un illecito, è quanto sia complesso è difficile il lavoro delle tante figure che troviamo all’interno del documentario. Consiglio a tutti di vedere questa intervista.
Polizzese Nucleo Lisbona
Venerdì 07 Apr 2023
Questo documentario, oltre ad essere particolarmente interessante, fa riflettere su vari aspetti. Inizialmente viene da pensare il motivo per cui un soggetto delinqua e cosa lo porta a commettere atti criminali. Le cause, purtroppo, sono date dal contesto familiare o ambiente sociale appartenente. Il soggetto compie un azione, che per lui è sulla base della normalità, perchè non attribuendo un valore alla sua di vita, non può dare un valore a quella degli altri. Questo porta nella testa del soggetto a non avere un minimo di responsabilità delle proprie azioni, la quale può nascere solamente dopo il compimento del reato. Un altro aspetto non da sottovalutare è che nel momento del reato, la vittima non è solo colui che ha subito il reato, ma tutte le persone affettive e circostanti, quali la famiglia e gli amici che, oltre ad essere stati traumatizzati dal fatto accaduto, da quel momento avranno dei riscontri sulla loro vita personale e professionale. Un fattore che personalmente mi turba e che tende a distogliere ,a volte, la visione della realtà o rendere in modo superficiale un fatto commesso, mettendo in risalto l'autore del reato e non la vittima ,è la Stampa. Infine, viene molto da pensare alle parole del Magistrato, che, avendo potere nel dare il proprio giudizio sulle varie situazioni e a valutare il percorso rieducativo di ogni soggetto, dichiara di sentirsi in colpa nel giudicare in maniera non approfondita a causa dei mezzi non necessari e tempi lunghi d'attesa.
Lo Vasco Nucleo Lisbona
Mercoledì 05 Apr 2023
In questo documentario ho potuto notare come i detenuti reputano le loro azioni “normali” per ottenere i loro obiettivi e l’ho associato alla teoria di Merton, ovvero al raggiungimento alle mete che la società dà, tramite mezzi illeciti. Un’altra cosa che mi ha fatto riflettere è l’intervista di un detenuto dove racconta il comportamento violento del padre che ha influito sulla sua vita e l’ho collegato alla teoria dell'associazione differenziale che è una teoria che considera gli atti criminali come comportamenti appresi all'interno di un determinato ambiente sociale, in questo caso la famiglia. Il documentario mi fa riflettere su quanto c’è dietro a un reato, non c’è solo la vittima e il colpevole, ma ci sono altre figure, sia le vittime dirette e indirette con i loro traumi e il loro dolore, chi si occupa di amministrare la legge cercando di dare un'altra opportunità al reo e chi racconta il fatto ovvero i giornalisti. Durante il tirocinio ho visto all'interno dell'istituto penitenziario un laboratorio di dolciumi gestito da una azienda esterna che assume i detenuti regolarmente per la produzione di biscotti. Ho capito, come ne parla anche il documentario quanto sia importante il lavoro come elemento del trattamento del condannato per la sua responsabilizzazione e per il suo reinserimento sociale.
MAZZA ROSARIA
Mercoledì 15 Mar 2023
Seconda parte.
Anche il lavoro svolto dalla stampa, spesso è in contrasto o tende a mettere in cattiva luce la magistratura, in quanto ciò che riportano media e giornali, mostra una visione talvolta inesatta della realtà o non approfondita, tendendo a porre attenzione o compassione più sul carnefice che sulla vittima. Questo servizio ci fa riflettere anche sulla definizione di vittima; comunemente attribuiamo alla parola “vittima” il soggetto sul quale ricade in prima persona il reato. La nostra riflessione invece va posta anche sulle persone circostanti: figli, amici, genitori, mariti e mogli la cui vita in un attimo può cambiare per sempre, dal punto di vista personale, lavorativo ed anche economico.
MAZZA ROSARIA
Mercoledì 15 Mar 2023
Prima parte.
Questo documentario risulta essere molto interessante, in quanto analizza le diverse figure coinvolte in un reato, che comunemente pensiamo essere soltanto vittima e colpevole, ma qui notiamo come influiscano notoriamente nelle dinamiche anche i famigliari di entrambe le parti, autorità e stampa. Mi ha fatto molto riflettere la dichiarazione di Carmelo, un detenuto, il quale dichiara che un criminale molte volte non da valore alla sua stessa vita e ne consegue che non attribuisca alcun valore alla vita altrui, se non soltanto successivamente al compimento del reato. È durante la fase della carcerazione che il colpevole, grazie ad incontri e confronti con le diverse figure professionali, inizia a prendere coscienza della situazione e probabilmente ad assumersi le responsabilità. Questa fase di rieducazione però non sempre avviene, perché ci sono detenuti che invece non si sentono compresi e conosciuti dalle autorità chiamate a giudicarli. D’altra parte, le autorità come la magistratura, chiamate a valutare le situazioni e la fase di rieducazione, non hanno i tempi e i mezzi necessari per uno studio più approfondito del caso e ammettono con senso di colpa e dispiacere che il loro giudizio sia espresso in maniera poco approfondita e con tempi d’attesa comunque lunghi.
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